Testimone di Speranza

Non ci sono decine e decine di fotografie questa volta, solo momenti da  raccontare senza l’aiuto delle immagini. Ci sono solo parole per questo evento.

Ieri  la nostra comunità insieme a quelle di Maria SS. delle Grazie, di San Giovanni Bosco, di San Giovanni dei Lebbrosi e naturalmente quella della Missione di Speranza e Carità hanno percorso insieme la via della Luce, che contempla la Resurrezione.

L’abbiamo visto “la via della Speranza passa attraverso il messaggio della croce” proprio per usare le parole del nostro 3P e ora su questa croce vogliamo  fermarci un attimo. Sulla croce che porta Fratel Biagio, la croce di una città che si disinteressa dei suoi poveri e vessa chi se ne occupa, come si è notato dalle vicissitudini della Missione.

Fratel Biagio quella croce non la molla e bastava fermare un attimo lo sguardo su di lui per rendersi conto di quanto valore abbia.

Bastava fermarsi per vedere un uomo abbracciato alla sua croce, quasi uno lo specchio dell’altro, in un’intima unione che dovrebbe essere quella di ogni cristiano, che si reputi tale.

Bastava fermarsi per vedere una croce quasi danzare sulle note dei canti, che hanno accompagnato la nostra preghiera, la croce che diventa “compagna”non solo che sostiene, ma che segue nella lode.

Bastava fermarsi per vedere un uomo appoggiato alla croce, come sostegno, come punto di forza e di equilibrio, la croce che riscatta e il riscatto avviene con un bacio. Infatti Biagio la bacia la croce, e lo fa più volte durante la serata, quel bacio verso i suoi fratelli e verso una città che ingrata chiede sempre di più, a chi ha rinunciato a tutto per portarne il peso.

Non è forse questo quello che ognuno di noi dovrebbe fare?

“Gesù ha detto:<<chi vuol venire dietro me prenda la sua croce e mi segua>> e io questo faccio, e io questa croce non la lascio”  con queste parole Fratel Biagio ieri ci ha salutati, e su queste parole dovremmo meditare. In un mondo che sempre più spesso ci invita e ci abitua a mollarle le nostre croci, a dimenticarle o peggio ancora a scaricarle su qualcun altro, Biagio no, la sua non la lascia e umanamente avrebbe tutte le ragioni per farlo.  Ma allora perché non lo fa?

Perché senza mezzi termini, senza girarci intorno oltre, Fratel Biagio è un vero testimone di Speranza. Esattamente quello che delineava don Pino Puglisi in un suo intervento, quando da poco era parroco nella nostra comunità.

“Testimone di Speranza è colui che attraverso la propria vita, cerca di lasciar trasparire la presenza di Colui, che è la sua Speranza. La Speranza in assoluto, in un amore che cerca l’unione definitiva con l’Amato. Intanto gli manifesta questo amore nel servizio a Lui, visto presente nella Parola, nel Sacramento, nella comunità, nel singolo uomo specialmente nel più povero, finchè si compia per tutti il Suo Regno e Lui sia Tutto in tutti”.

 E mentre riusciamo ad indignarci giustamente perché il figlio di Riina va a Porta a Porta, beh, Wake up Palermo!

Come al pretorio, davanti a Pilato, ci viene posta dinanzi una scelta… tra Barabba l’assassino e l’Innocente Gesù, tra essere “la città dei mafiosi” e quella di Biagio, per una volta…per una volta gridiamo Gesù.

Svegliati da questo sonno di indifferenza, abbiamo già perso tanto in questi anni e mia cara città dovresti averne memoria, perdere anche Fratel Biagio è un lusso che non puoi  permetterti.

Vale La Rosa

8 aprile 2016, admin