Morte e Vita….

 

“Morte e Vita si sono affrontati in un prodigioso duello”

Con questa frase si può sintetizzare la quaresima e il triduo pasquale vissuto dal cristiano. “Morte e Vita” una tensione che è radicata nell’esistenza dell’uomo. L’essere cristiano in questi tempi forti, che abbiamo appena rivissuto comporta questo, vivere questa lotta insieme a Colui che ci ha preceduti, per poter trionfare con Lui.

“Il Signore della vita era morto, ma ora, vivo, trionfa”.

 Ma quanto è difficile questa Resurrezione? Ma prima ancora quanto è difficile morire? Morire, non nel senso fisico del termine, attenzione, morire ai propri egoismi, alle proprie presunzioni, ai propri limiti, alle proprie pretese. Morire alla vita del mondo, quella che ti spinge a credere di essere il migliore se hai molti incarichi, se hai molto denaro, se hai molte persone alle tue dipendenze, se sei un leader insomma. Quanto è difficile combattere col mondo e identificarsi con quel Nazareno crocifisso più di 2000 anni fa.

 Ma la domanda dovrebbe essere: quanto siamo disposti a lasciarci scomodare dai nostri troni per salire su una croce, che è davvero scomoda? Quanto siamo disposti a morire a noi stessi? Lasciare le nostre certezze, le nostre sicurezze per seguire la via della croce.

Lo abbiamo rivissuto in questi giorni, la via della croce non è semplice, è ricca di cadute, frustate, insulti e derisioni; ma allo stesso tempo è piena di incontri. Riflettiamoci su! Gesù lungo la via del calvario continua ad incontrare la folla, le guardie, la Veronica, il Cireneo e la Madre. Come possiamo vedere non sono sempre incontri positivi, ma nella nostra vita non è anche così? E’ l’incontro finale che stravolge, quello con la croce e nonostante ciò, Gesù incontra i due ladroni. Inchiodare alla croce tutto quello che abbiamo detto, lasciare tutto lì, morire. Quanta paura ci fa la morte, eppure per noi cristiani non dovrebbe essere che un passaggio per giungere alla vita eterna, quella che ci ha aperto Cristo la notte di Pasqua.

“Il Signore della vita era morto, ma ora, vivo, trionfa”.

Vivo, da quella morte nasce la vita vera, la vita eterna, quella che ogni cristiano attende. Ma questa è davvero solo per coloro che lasciano questa terra? Noi qui a Brancaccio abbiamo avuto chi ha vissuto un anticipo di questa, ma se è proprio vera la frase “nessuno è profeta in patria” basta guardare gli occhi di Fratel Biagio per averne un assaggio. Ecco il segreto: vivere da risorti.

E come si fa? Semplice: lasciarsi incontrare dal Risorto, per avere il suo volto proprio come Lazzaro. Vivere da risorti significa testimoniare con la vita questo incontro che te la cambia questa vita e tutto trasforma. L’augurio per questa Pasqua è proprio questo poter vivere questo incontro e testimoniarlo ai fratelli.

                                                                                                                                                                     Valentina

30 marzo 2016, admin